“L’empatia ci unisce cuore a cuore”
L’aspetto che più mi affascina del mio sito web è questa sezione denominata “blog”. E’ uno scrigno pregiato in cui custodisco pensieri random. Una sorta di diario. Sono alle prese con la stesura del mio libro di viaggi selvaggi compiuti negli ultimi dieci anni e di tanto in tanto impreziosisco questa pagina digitale di fotografia matrimonialista con argomenti per i quali sono fin troppo prolissa.
Per chi non lo sapesse sono una fotografa specializzata nel settore wedding. Sei mesi l’anno lavoro principalmente fra Lucania, Puglia e Sicilia e sei mesi…viaggio. Viaggio in modo selvaggio e genuino. Capita di percorrere chilometri a piedi con zaino in spalla, capita di dormire in tenda in mezzo alla natura, di volare in Cina, così per caso e ritrovarsi poi in un’isola spersa del mediterraneo.
Cosa mi spinge ad esplorare sempre nuovi orizzonti? L’Empatia!
A tal proposito ho pensato di scrivere queste parole in questa bella mattinata di sole siciliano. Ho un pettirosso a farmi compagnia e sono inebriata dal profumo dei limoni del mio giardino. E’ il 30 di gennaio e sono le 8:30. Durante il mio viaggio in Cina, uno degli ultimi oltreoceano, incontrai un vecchio saggio fra le stradine dell’Old Shanghai che mi consegnò, così dal nulla, una pergamena. Per decifrare il messaggio, mi recai in un ristorante pseudo italiano i cui proprietari parlavano cinese e romano. Mi feci tradurre il messaggio:
“Se cambiamo noi stessi possiamo cambiare il mondo e questo cambiamento comincia con un cambiamento nel linguaggio e nella comunicazione”
Cosa c’entra tutto questo sproloquio in un blog di fotografia matrimonialista? C’entra. Tutto è connesso. Io ad esempio, in ambito fotografico, ho sempre cercato di creare ponti psicologici di connessioni fra me ed i miei clienti che definisco in modo affettivo “i miei sposi”. Non è ciò che facciamo a contare veramente. Possiamo realizzare un ottimo lavoro fotografico, noi professionisti del settore, ma ciò che ha davvero valore è la qualità delle nostre attenzioni.
Quello che desidero e che ho sempre ricercato nel mio lavoro è l’empatia, un continuo scambio fra me stessa ed i miei clienti basato su un reciproco darsi dal cuore. L’empatia mi ha sempre permesso di percepire il mio mondo “fotografico” in modo nuovo ed andare oltre. Mi piace lavorare con le coppie empatiche. Quelle che non sembrano possedere questo dono, in modo naturale, vanno altrove.
L’empatia è una rispettosa comprensione di ciò che gli altri provano.

E non solo noi fotografi dobbiamo comprendere rispettosamente chi abbiamo di fronte ma deve essere tutto reciproco. Di recente una coppia ha scritto di me:
“Abbiamo conosciuto Serena nell’ormai lontano 2019. Cercavamo una fotografa non invadente con uno stile personale e non banale. Foto sincere che catturassero il momento. Possiamo dire dopo quattro anni e due matrimoni di aver trovato tutto questo ed anche di più. E’ stata una professionista eccellente, una persona bella ed empatica.”
La recensione continua ma mi fermo qui per evitare di andare fuori tema. Le parole di Agata e Giuseppe mi hanno commossa poiché parlano di empatia.
Il filosofo cinese Chuang-Tzu, uno dei due pilastri del taoismo assieme a Lao-Tzu, sosteneva che la vera empatia ci richiede di ascoltare con tutto il nostro essere. Una cosa è quell’ascolto che sta solo nelle orecchie. Un’altra cosa è l’ascolto della comprensione. Ma l’ascolto dello spirito non è limitato ad alcuna facoltà, alle orecchie o alla mente. Esso esige che tutte le facoltà siano vuote. E quando le facoltà sono vuote, l’intero essere è in ascolto. Si coglie allora direttamente ciò che è proprio lì davanti a noi, che non potrà mai essere udito con orecchio né capito con la mente.
Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di rimanere umani. Tutti!